L'alfabeto di Dio by Gianfranco Ravasi

L'alfabeto di Dio by Gianfranco Ravasi

autore:Gianfranco Ravasi [Ravasi, Gianfranco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: San Paolo
pubblicato: 2023-11-27T23:00:00+00:00


SHAMA‘: ASCOLTARE, OBBEDIRE

Nel film Kapò (1960) di Gillo Pontecorvo la protagonista ebrea, per sopravvivere, accetta di diventare la sorvegliante dei suoi correligionari nel lager nazista. Ma quando vede la terribile fine del suo amato, non riesce più a trattenersi e, cercando di salvarlo, muore pronunciando la professione di fede che è quotidianamente sulle labbra di ogni israelita fedele. Essa è chiamata Shema‘ dalla prima parola, «Ascolta!», ed è basata su un testo biblico il cui avvio suona così: «Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5).

Quella donna, collaborazionista dei suoi carnefici per necessità, pronunciando quelle parole, si collocava di nuovo dalla parte del suo popolo e si sacrificava, falciata dal mitra degli aguzzini, permettendo al prigioniero russo che amava e agli altri ebrei di fuggire dal campo. Anche per Gesù quei versetti costituivano «il più grande e il primo dei comandamenti», quando rispondeva al «dottore della legge che lo interrogava per metterlo alla prova» (Mt 22,35-38). Ebbene, proponiamo ora proprio quel verbo iniziale, shama‘ (come sappiamo l’apostrofe inversa finale indica una lettera aspirata dell’alfabeto ebraico, la ‘ain, che noi occidentali non siamo in grado di pronunciare).

Il verbo, che è presente nell’Antico Testamento ben 1159 volte, significa «ascoltare», punteggia soprattutto gli appelli all’osservanza dei precetti della legge divina ed è, perciò, sinonimo anche di «obbedire». Si tratta, infatti, non di un mero sentire esteriore ma di un’adesione intima e operosa; è l’esaltazione di un orecchio libero dal rumore e dalle chiacchiere che ostruiscono l’attenzione alla vera parola. È il non essere «ascoltatore smemorato, ma colui che mette in pratica», come scrive san Giacomo nella sua Lettera (1,25).

Al termine del rito dell’alleanza tra Dio e Israele al Sinai, Mosè «prese il libro del patto e lo lesse alla presenza del popolo che disse: Quanto ha detto il Signore lo metteremo in pratica e lo ascolteremo (shama‘)» (Es 24,7). È evidente che l’«ascoltare» implica l’obbedienza, tant’è vero che, quando Mosè riferisce i comandamenti del Signore, «tutto il popolo risponde insieme: Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!» (Es 19,8). La Bibbia propone una religione dell’ascolto che ha come meta la visione, cioè l’incontro con Dio, in un abbraccio d’amore (non per nulla l’imperativo che segue l’«Ascolta» sopra citato è: «Amerai il Signore»).

Ecco perché è importante la missione del profeta che è l’annunciatore della parola divina destinata all’ascolto-obbedienza. Si comprende in questa luce la beatitudine che pronuncia Gesù nel suo discorso in parabole: «Beati i vostri orecchi perché ascoltano!» (Mt 13,16). Già il profeta Isaia aveva letteralmente scritto: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che fa ascoltare (shama‘) la pace, del messaggero della buona novella che fa ascoltare (shama‘) la salvezza» (52,7).

Abbiamo iniziato evocando un’ebrea; concludiamo con la voce di una poetessa ebrea tedesca, Nelly Sachs (1891-1970), costretta dal nazismo a fuggire in Svezia per salvarsi. Essa cantava così i profeti, le cui parole non blandiscono



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.